La vergogna di essere occidentali, oggi.
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anno del Signore 2018...
Nel settembre del 2013, quando l’america di @BarakObama minacciava l’attacco alla siria in difesa di quel popolo già allora colpito dalla fame di vendetta (contro il dissenso interno) del presidente Assad, accusato di usare armi chimiche, L’isola di Arturo promosse una iniziativa contro la guerra volendo dar voce e smuovere l’opinione pubblica. Era appunto il settembre del 2013 ossia circa 5 anni fa.
Da allora la Siria è stata ed è territorio di guerra;
con la differenza da allora che l’odio fratricida di Bashar al-Assad è appoggiato e collaborato dagli alleati russi. Buoni amici che hanno affiancato il presidente intervenendo sul territorio per contrastare l’avanzata dell’ISIS in siria, appunto, e che per far questo (motivazione addotta) sono stati coinvolti in azioni di guerra che vedono ancora colpito il popolo siriano in quelle aree che contrastavano il regime e che già nel 2013 subivano la violenza e la sopraffazione del dittatore e la morte chimica.
Oggi si può ritenere chiuso o quasi, senz’altro ridotto al lumicino, il pericolo terroristico dello Stato Islamico grazie anche e soprattutto all’opera di chi ha combattuto a terra “sporcandosi gli stivali” rappresentato in buona parte dalle milizie curde. Evidentemente non ancora chiuso invece il capitolo del dissenso al regime in quanto ancora con efferata e cinica violenza si colpiscono le città. Dopo il dramma, la tragedia di Aleppo dove l’intero territorio cittadino si presenta oggi con uno scenario di distruzione e vuoto, nel periodo attuale si stringe d’assedio una intera area: Ghouta, oggi stremata dalla fame e dai bombardamenti.
Mentre si permette e si è permesso agli aerei turchi di bombardare ed entrare nel territorio siriano in cui vive la comunità curda, la stessa che ha combattuto l’ISIS, in nome di uno storico pericolo terroristico ai danni della turchia rappresentato appunto dai curdi. Tutto sotto gli occhi e con l’accordo, si dice e in qualche modo si vede non essendo intervenuta, della Russia.
Non tralasciando gli americani che appoggiano i curdi, alleati foraggiati nella fase di cacciata dell’ISIS, quindi contrastando l’iniziativa turca ma allo stesso tempo non interessati ad un intervento militare in quanto alleati con i turchi nella NATO, che in turchia ha importanti basi strategiche.
Insomma giochi di guerra, sporchi e interessati, alle spalle e sulla pelle di popolazioni civili inermi e, a questo punto, indifese.
È inutile dire che i primi a pagare, con la vita, con le menomazioni di tipo fisico e psicologico, sono i minori.
È sicuro e giustificato, più che giustificato, che quelle genti, straziate da anni di devastazioni di ogni tipo, cerchino per se stessi e maggiormente per i propri figli, di scappare e cercare la sopravvivenza altrove, generando il fenomeno della migrazione e, quindi, dell’immigrazione in Paesi che certamente stanno meglio.
Ieri sera, domenica 25 marzo, intervenendo nel programma di @FabioFazio “Che tempo che fa”, @RobertoSaviano ha trattato il tema ed ha portato all’attenzione di tutti la tragedia mostrando anche immagini crude riprese sui territori di guerra. L’uomo cui si è demandato il ruolo di coscienza critica degli italiani che in massima parte lavano la propria coscienza mettendo un “like” ai post di Saviano sui social, che lo acclamano nelle presentazioni dei libri e/o partecipando alle manifestazioni con parole e striscioni inneggianti a questo cantore/eroe dei nostri tempi, ha chiuso l’intervento mostrandosi in qualche modo ottimista confortato dalla sicurezza che molte persone sono convinte che i valori della solidarietà non possono e non devono ritenersi reato quando si rivolgono verso gli immigrati, cioè quelle persone che da tali scenari fuggono in cerca di un futuro possibile; con l’intento di spronare tutti all’impegno ha infine letto una frase del filosofo inglese J.S. Mill che così recita:
“Gli uomini malvagi non hanno bisogno che di una cosa per raggiungere i loro scopi, cioè che gli uomini buoni guardino e non facciano nulla.“
Dunque occorre “fare opinione pubblica” partendo dall’Italia e coinvolgendo l’Europa, cioè spingere i governi e chi può ad intervenire con i canali giusti e nelle sedi appropriate acché si fermi l’escalation di orrore e le armi tacciano. Solo quando questo accadrà potremo smettere di vergognarci di essere oggi l’occidente.
Ma allo stesso tempo questa Europa dei cittadini, questa Italia di noialtri, devono imparare ad agire ancor prima che “il grillo parlante” si faccia sentire, c’è modo di conoscere tutto ciò che succede ovunque e nel giro di pochi minuti grazie alla rete ci sono tanti ragazzi che grazie alla rete riescono a denunciare queste devastazioni postando immagini ed appelli che possono e devono muovere le coscienze (parliamo per esempio di @MuhammadNajem, ragazzo quindicenne di Ghouta che attraverso Twitter denuncia e mostra quello che avviene nella sua città), l’appello che si fa è dunque di porre attenzione al materiale che ci capita di incontrare sugli schermi ed intervenire subito condividendolo e creando il movimento d’opinione che smuova i piani alti.
L’auspicio è che attraverso questo movimento saremo noi a coinvolgere Roberto Saviano perché compia il suo fondamentale lavoro di divulgatore approfondendo gli argomenti e amplificando il grido di allarme.
Grazie Roberto.
Il primo passo allora è quello di cercare l'account di Muhammad Najem su Twitter e seguirlo, facendogli sentire che non è solo e che forse qualcosa si riuscirà, insieme, a fare per aiutare lui e tutta la sua gente.