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Vorrebbe risponderle: ma come? Sei tu che l’hai insegnato a me. Mi hai insegnato che è adesso, proprio adesso che non dobbiamo trasformare i nostri figli nella scusa per perdere definitivamente il contatto con quello che davvero siamo, anche se è scomodo, soprattutto se è scomodo… E vorrebbe dirle che non è solo lei: è tutta la sua storia che è diventata madre, e magari una storia diversa da quella che aveva immaginato, magari è una storia di cui in realtà non ha capito niente, magari è davvero una storia tutta sbagliata, ma Alba è venuta al mondo grazie a quella storia. E chissà che non sia arrivata anche per rilevarle che ci sono dei passaggi che lei non ha ancora capito. Un protagonista che aveva confuso con qualcuno che passava di lì per caso equalcuno che passava di lì per caso che aveva confuso con un protagonista. Chissà. L’importante è che adesso – proprio adesso – lei sappia che ci sono labirinti dove, per uscire, dobbiamo mollare il filo che avevamo in mano, invece di tenerlo stretto.
…
“Mi sarebbe piaciuto vederti con la pancia.”
“Avevo i super poteri, in gravidanza. Appena ho scoperto di essere incinta ho pensato: no, non è vero. Non è possibile che tocchi proprio a me.ho fatto tre test di gravidanza, scendevo in farmacia e risalivo a casa… Sì, sì e sì: è proprio a te che tocca, mi ripetevano i test… Non lo sapevo se ero pronta, non lo sapevo se sarebbe stato pronto Damiano, anzi certamente no, non lo eravamo… Ma quello che ho saputo subito è che lo volevo. Questo bambino io lo voglio: tutte le voci che dentro di me sono sempre state abituate a scontrarsi, per la prima volta, in quarant’anni, dicevano la stessa cosa. E il senso di scollamento fra me e la vita che facevo, per nove mesi, è scomparso… Non ho mai amato il mio corpo come quando ero incinta. Ho anche smesso di fumare, pensa.”
…
Quindi, io risponderei: significa mettere in gioco, con quel bambino e quella bambina, tutto. Ma proprio tutto. Ecco che cosa significa diventare genitore. Capire che non lo diventi solo tu, la persona che sei o almeno credi di essere in quel momento, ma lo diventa tutta la tua storia. Il kite, le sfighe, le botte di culo…”
“Le persone che hai amato, quelle che non ami più, quelle che amerai per sempre…”
“Ivicoli ciechi, le scorciatoie.”
“Le birre!”
“ E le infinite giornate che hai passato a non fare un cazzo di niente.”
“La paura, quando squilla un telefono.”
“Il fallimento di un ristorante.”
“I nostri morti.”
“Pure loro, certo.”
…