Conferenze per le signore

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Un percorso storico/culturale 

 Riprendendo il discorso relativo alla immagine della donna e al ruolo ad essa assegnato nell'ambito sociale nella storia, cominciamo un percorso storico culturale che attraverso fonti risalenti a diverse epoche e provenienti da diversi ambiti, ne illustri l'evoluzione.

Facciamo quindi un salto nell’800 per riportare il riassunto che Matilde Serao (http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/matilde-serao/) fece del discorso tenuto dal senatore Marco Tabarrini (http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/marco-tabarrini/), al cospetto della Regina Margherita di Savoia, durante una conferenza tenutasi a Roma.

Secondo il senatore “…….se la donna si sposta, se ella diventa avvocato, medico, chirurgo, tribuno, deputato, se l’uomo deve ritrovare in casa gli stessi fastidi, le stesse noie, le medesime tribolazioni dei pubblici ritrovi, la poesia femminile è finita…….”


L’articolo in questione è Conferenze per le signore ed è tratto da “Illustrazione popolare”, Ed. Fratelli Treves (http://www.letteraturadimenticata.it/Treves.htm), Milano, Vol. XXII n. 5, anno 1885.

 

illustrazione                                                          conferenze                                                               

 

A queste parole ci piace contrapporre quanto è stato tratto dal periodico Cornelia, fondato da Aurelia Folliero De Luna (http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/Aurelia-Folliero-De-Luna-/Dizionario_Biografico/)

 

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“……in un’ottica comparativa e storica trasgredisce l’assioma della naturalità che proiettava fuori dal tempo e, dunque, dal cambiamento, la condizione di subordinazione della donna; l’accento del discorso non batte sull’opportunità di affinare con l’educazione le “doti naturali” della donna per estendere il benefico influsso del suo magistero materno al di fuori dall’ambito domestico, bensì (riprendendo la stessa Aurelia Folliero De Luna in Excelsior!, da "Cornelia", 8, 16 marzo 1873, p.58) sul “bisogno d’una istruzione più seria per la donna, non solo per metterla in grado di sviluppare le sue facoltà morali e intellettuali e di aprirsi la via ad un’onorevole indipendenza, ma per svegliare in essa la coscienza della sua dignità.”(Guidi Laura, Scritture femminili e storia, Cliopress, Napoli, 2004, pp. 131 - 134)

 

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